“Teatroterapia è recupero della spontaneità, è rispondere alle mie spinte interne, è ritrovare equilibrio e flessibilità”
Nel nostro modo di fare counselling il teatro ci permette di attivare e rappresentare nello spazio scenico dinamiche interne altrimenti difficili da decifrare. Il teatro serve a svelare: la persona entra in scena pensando di “recitare” il personaggio e si ritrova a personificare se stessa, a mettere in atto le proprie dinamiche relazionali che conosce solo in parte e delle quali spesso, nella vita, non ha potuto misurare gli effetti. L’uso del corpo è un linguaggio non verbale che consente di portare in superficie ed esprimere più nettamente il vissuto emotivo attraverso l’azione, la voce, la parola. Il palcoscenico è metafora del “palcoscenico interiore” abitato da personaggi che discutono, litigano, si nascondono alla vista, chiamati a prendere forma.
Proverò a descrivere il processo che avviene in questa integrazione tra tecniche teatrali e gestaltiche. Normalmente in ogni incontro c’è una fase di attivazione corporea. L’attenzione al corpo che ogni partecipante è invitato ad avere durante gli esercizi permette di sperimentare un fenomeno importante, cioè il fatto che la nostra quotidianità è popolata di reazioni automatiche: piccoli movimenti, gesti, modi di fare, intonazioni della voce, di cui spesso non ci rendiamo nemmeno conto. Alcune di esse sono talmente familiari da far parte della nostra identità, al punto che ci caratterizziamo attraverso di loro. Continua a leggere “Il teatro come incontro”